Una intraprendente civetta sul davanzale di una casa a Jelsi che con il suo intenso sguardo sembra dire al fotografo: "non acconsento al trattamento dei miei dati personali".
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Aspetti morfologici
La civetta è lunga circa 21-23 cm, ha un'apertura alare di 53-59 cm e un peso
che varia da 100 a poco più di 200 grammi. Ha forme tozze, capo largo e
appiattito senza i tipici ciuffi auricolari del gufo comune, occhi gialli e
zampe lunghe parzialmente rivestite di setole. La parte superiore è grigio-bruno
macchiata di bianco mentre in quella inferiore è prevalente il bianco, macchiato
di brunola. La sua alimentazione varia dai cuccioli di lepre agli insetti.
Distribuzione e habitat
La civetta si trova in tutto l'Emisfero nord, in Europa, Asia ed Africa del
nord. In Italia è un uccello molto comune ed è diffuso in quasi tutta la
penisola tranne che sulle Alpi. I suoi habitat preferiti sono nelle vicinanze
degli abitati civili, dove c'è presenza umana, in zona collinare. Evita le zone
oltre i 1000 m di altitudine poiché la neve limita fortemente le sue fonti
alimentari.
Biologia
Uccello notturno per antonomasia, la civetta in realtà può essere attiva anche
nel tardo pomeriggio e di prima mattina, ma è molto vigile anche nel resto della
giornata.
Voce
Le civette hanno un ampio repertorio vocale. Il maschio emette un malinconico "hu-u-ou"
ripetuto ad intervalli variabili, dopo 3-4 secondi. Talvolta, però, le civette
emettono versi striduli e fastidiosi come autodifesa.
Cibo ed alimentazione
La civetta è carnivora. Come tutti gli Strigiformi, è capace di ingoiare le
prede intere, salvo poi rigurgitare, sotto forma di borre, le parti indigeribili
(peli, piume, denti, ossa, guscio cheratinizzato degli insetti). Si ciba di
piccoli vertebrati e di grossi insetti.
Riproduzione
Nidifica tra marzo e giugno. La femmina depone 2-5 uova bianche in piccole
cavità tra le rocce, negli alberi, nei muri di vecchi edifici, in tane
abbandonate di mammiferi di media taglia e poi le cova per circa 4 settimane. In
quel periodo è aiutata dal maschio nella caccia. Dopo un mese o poco più i
piccoli lasciano il nido ma sono completamente indipendenti solo a 2-3 mesi di
vita.
La civetta, come molti altri animali notturni, è considerato dalla tradizione
popolare un animale che porta sfortuna, e molti si augurano che non si metta a
cantare sopra il proprio tetto. Nell'antica Grecia[1], invece, la civetta era
considerata sacra per la dea Atena (da qui il nome del genere: Athene; quello
della specie riporta il nome latino dell'uccello: A. noctua, cioè «notturna»),
dea della sapienza ed ancora oggi è raffigurata in molti portafortuna.
Con il termine civetta si intende anche una donna vanitosa, leggera, che ama
farsi corteggiare attraendo ammiratori con atti e vezzi per lo più leziosi e
poco naturali. Questa usanza è data dal fatto che questo rapace, quando veniva
usato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, li
attraeva con un particolare modo di battere le ali, con inchini, ammiccamenti e
altri atteggiamenti simili che costituisce un irresistibile spettacolo per le
potenziali prede.