VOLETE SAPERE QUANTO (CI?) COSTA DAVVERO UN IMMIGRATO?
(o meglio qual è la sua ricaduta economica)
...segue dalla nota sulla prima pagina de "Il Giornale" del 27 Luglio:
"Ingiustizia di Stato. Un immigrato ci costa il doppio di un poliziotto".
Definivo allora la scelta del titolo come passibile di istigazione (art 414
c.p.), ovvero atta a generare, in un contesto sociale sempre meno coeso, germi
di violenza e non solo linguistica. Un "felice" esempio di banalità del male.
LA STORIA
Il 25 e 26 di luglio sono stato a Jelsi in Molise, ospite del Comitato Festa di
Sant'Anna, del Comune e dell'amico Michele Fratino. Proprio a loro si deve un
incontro avvenuto il giorno prima dell'evento a cui hanno partecipato una decina
di giovani amministratori del territorio con la Rete italiana di Cultura
Popolare. Tra gli argomenti trattati spicca quello originale del modello
organizzativo della Festa. Accade che i componenti del Comitato Festa assumono
l'incarico per 4 anni, il loro compito è quello di reperire le risorse, divenire
punto di riferimento per l'intera comunità, provvedere al grano per gli addobbi
(anche e soprattutto fisicamente) e molte altre cose. Ma dopo quattro anni i
suoi organi direttivi devono essere "francescanamente" azzerati senza deroghe, e
mettersi a disposizione dei nuovi dirigenti, nell'anno della transizione, per il
passaggio delle competenze. Mi rendo conto che questa descrizione si presta a
facili ironie date le nostre giurassiche poltrone del potere, ma superato
l'amaro sorriso iniziale e le tentazioni populiste, questo sistema meriterebbe
un più approfondito studio politologico, dato che funziona da 209 anni, più di
50 anni prima dell'Unita d'Italia. Ma accade anche che tra i carri di offerta
del grano alla Santa, lavorati da gruppi di famiglie e amici in gran segreto,
avanza quello che vedete nelle foto sotto. Un occhio fatto con i chicchi di
grano che piange e con dentro un disegno del continente africano. Vengo a sapere
che tale manufatto è stato realizzato dai richiedenti asilo, alcuni sbarcati
sugli "schermi televisivi" di Lampedusa e che sono stati accolti a Jelsi,
provenienti dal Nord Africa, ma anche da Afghanistan, Burkina Faso ecc...
Perché vi parlo di questo carro?
Perché nel mio viaggiare in lungo e largo per l'Italia, da nord a sud della
penisola, sento sempre più forte l'urgenza di denunciare false notizie non meno
pericolose di quella de "Il Giornale". Incontro e parlo con molte persone,
alcune di queste giovani e volenterose, senza nessuna diretta responsabilità, ma
che riguardo all'immigrazione che interessa le nostre coste, con leggerezza e
una non meno superficialità, dichiarano che l'Italia pagherebbe ad ogni migrante
40 euro al giorno. In altri luoghi diventava 55, raggiungendo il picco massimo
degli 80 euro. Netti o lordi non mi è stato dato sapere. Naturalmente il
soggetto erogatore contro cui scagliare le proprie ire mutava, alcune volte era
il comune, altre la Regione, per qualcuno addirittura Renzi o Napolitano...a
seconda di una soggettiva identificazione del potere. I più informati
denunciavano a giorni alterni, in modo direttamente proporzionale alle parole
usate nei talk show televisivi, mancati aiuti europei.
Ora siccome l'amico Michele mi dice: "Non m'incazzo con quelli che dicono che ai
migranti diamo 80 euro al giorno, ma con quelli che non rispondono pur sapendo
la verità".
Io la verità me la sono andata a cercare.
Ho chiesto ad amici, amministratori, cooperative sociali. Ho letto giornali
(diversi) e cercato sul sito del Ministero degli Interni, organo preposto a
governare tale situazione. Per questo motivo vi scrivo i dati che sono riuscito
a trovare, e se non volete fare arrabbiare Michele o semplicemente per
contrastare i racconti delle innumerevole bugie, potete coinvolgere i vostri
amici, copiare e mettere in evidenza, raccontare con parole diverse, o come più
opportunamente scrive Salvatore Colazzo: "Raccontare altre storie per
trasformare i luoghi delle nostre esistenze". Mi raccomando però di trovare
qualche titolo che faccia presa (Il Giornale docet), altrimenti le persone non
leggono. Pensate che brutto titolo mi sono dovuto inventare io in questa nota,
completamente improntato all'economia della tragedia più che all'atto
dell'accoglienza.
I DATI
L'Italia è uno dei paesi ha cui vengono affidate dalla Comunità Europea più
risorse sia per i progetti d'integrazione, sia per il controllo delle frontiere.
Nel periodo 2007-2013 "ha ottenuto il 13,4% delle risorse totali allocate per la
gestione dell'asilo e dell'immigrazione: 478.754.919 euro". Circa mezzo miliardo
di euro, dei quali il 50% destinato esclusivamente alla difesa delle frontiere
marine e terrestri: 250.178.432 euro. Le altre somme sono state così ripartite:
36.087.197 euro al fondo per i rifugiati, 148.679.573 per il fondo integrazione
e 43.809.714 al fondo che finanzia i rimpatri forzati dei migranti illegali.
La storia qui riportata si riferisce ad un piccolo paese, di cui posso
testimoniarne la riuscita virtuosa, ma è ripetibile su buona parte della
penisola. Il Comune di Jelsi una volta data la disponibilità ad accogliere
quelle persone che quotidianamente attraversano terra e mare per sfuggire a
guerra, fame e persecuzione, partecipa ad un bando della Prefettura.
Tale bando richiede le seguenti caratteristiche:
- Vitto e alloggio
- Vestiario e prodotti per l’igiene (sapone, dentifricio, carta)
- Visite specialistiche non garantite dal servizio sanitario
- 15 euro di scheda telefonica d’ingresso a carico dello stato (una sola volta),
all'arrivo)
La struttura che accoglie deve oltremodo garantire, alcune figure professionali
a servizio del cittadino straniero.
-Avvocato per il riconoscimento dello stato di rifugiato con trasporto nella
sede di tribunale autorizzata.
- Mediatore interculturale e linguistico, Assistente sociale, psicologo,
educatore, Operatore sociale per l’accoglienza,
Il budget, messo a disposizione dai fondi europei, destina 30 euro a persona, di
cui vale la pena leggere con attenzione quanto direttamente viene concesso al
singolo individuo:
Ovvero 2,50 EURO AL GIORNO! Qualunque altra cifra non è reale.
Il resto viene riconosciuto, come in dettaglio sopra, a competenze e personale
specializzato della cooperativa o associazione (italiana), albergo o altro luogo
(italiano) e quanti servizi possono essere messi a disposizione (italiani).
Sento il dovere di specificare che la maggior parte dei lavoratori impegnati
opera con sentimento e partecipazione, senza badare a mansioni ed orari e pur
non percependo un soddisfacente compenso economico. Ma sicuramente non possiamo
non segnalare che ci sono circa mezzo miliardo di euro che arrivano dall'Europa.
Risorse che vengono spese in Italia, e che impegnano migliaia di soggetti e
professionalità, soprattutto giovanile.
LA FESTA COME INCLUSIONE SOCIALE
A Jelsi nel frattempo anche i nuovi arrivati dal resto del mondo hanno imparato
a intrecciare spighe di grano, progettare il carro, incontrare i "maestri" della
festa, sfilare per le strade. Nonostante nella loro religione non si contempla
il dono alla Santa, essendo molti di essi di fede Islamica, erano lì con il
carro dietro Sant'Anna, dopo che due buoi all'uscita della Chiesa si erano
appena inginocchiati in segno di rispetto.
Quel carro di grano fatto da mani migranti può diventare un'offerta ad una
nazione che ha bisogno di cambiare storie e parole, magari andando a recuperare
quelle di qualche anziano, che in perfetto dialetto piemontese, veneto,
molisano, napoletano ecc... ci racconterebbe di viaggi disperati, soffitte
affollate, controlli della polizia, disinfestazioni e di un popolo che pochi
decenni prima è stato migrante.
N.b. E come dicono gli amici di Jelsi: Che Sant'Anna ci aiuti!
Antonio Damasco