SULMONA - Sabato 23 novembre 2013, nell'Abbazia di Santo Spirito, ai piedi dell’Eremo del Morrone di Sulmona, nel monumento testimone e centro operativo del brevissimo pontificato di Celestino V, si è tenuto un incontro importantissimo. Davanti ad un pubblico di rappresentanti delle istituzioni locali, di persone sensibili e interessate, si è parlato di grano, della sua storia e delle relazione che intercorrono con l’alimentazione. È stata l’occasione per meditare sulla distribuzione, la regolazione e il controllo di questa risorsa alimentare mondiale anche in funzione della sopravvivenza sul pianeta.  Soprattutto si è parlato della Festa del grano di Jelsi, inserita in un contesto nazionale di feste tipiche del grano, e delle connotazioni culturali e sociologiche che questa evidenzia oggi.   È stata fatta una retrospettiva storica con immagini e testimonianze autentiche, è stata messa in luce la sua trasformazione nel corso degli anni, a partire dalla sua nascita, passando per le grandi trasformazioni del dopoguerra, fino a raggiungere i nostri giorni. Nella esposizione è risultato che la manifestazione conserva ancora valori altamente religiosi e sociali, che ne favoriscono una collocazione propositiva e rappresentativa per quanto riguarda  il recupero di una cultura legata alla Terra. 

L’incontro, inserito tra le attività svolte per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2013 dalla Soprintendenza BSAE dell’Abruzzo L’Aquila, ha visto l’intervento di Antonio MAIORANO, che tramite una narrazione di fatti vissuti, seguendo il filo della memoria e lo studio scientifico di documenti  riguardanti la manifestazione, ha parlato dell’origine e della trasformazione della Festa del grano di Jelsi, evidenziando non solo gli aspetti culturali ma anche quelli sociologici. Antonio VALIANTE  ha approfondito le radici comuni delle feste del grano in Italia e come esse si siano evolute in caratteri etnologici e antropologici diversi nel corso del tempo. Si è soffermato su l’arte dell’intrecciatura, trattata non solo da un punto di vista economico e quindi della cultura industriale, ma anche come lavoro delle culture antiche di cui sopravvivono tracce, che oggi non sono altro che la rappresentazione concreta di un fare, che è un estremo tentativo di tenere unite intere comunità. Inoltre, per la Soprintendenza BSAE dell'Abruzzo, Franca BALASSONE ha parlato del culto di Sant’Anna e dei riti agrari ad essa legati nella cultura contadina abruzzese, mentre Paola di GIANNANTONIO ha illustrato l’ultimo dolce riscoperto a Jelsi, il Còre: un biscotto realizzato da tempi immemorabili, dimenticato e da qualche anno riportato in auge. Una leccornìa che si produce con stampi di legno di quercia o di occhio (acero campestre), che hanno la forma di un arabesco con figure che ritraggono il sole, forme femminili o antichi cavalieri.

 

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