Celebrato il ricordo dei testimoni nell'Annus Fidei. Leggere e pubblicare. Ciao don peppino C.

 

DALLA “LUMEN FIDEI” AI TESTIMONI DELLA FEDE NELLA COMUNITA’ IELSESE

Sabato 5/10 /13 alle ore 19.30 nella Chiesa Madre di Jelsi, alla luce della Enciclica Lumen Fidei presentata ogni sabato dal parroco a tutti, specie ai cresimandi, padrini e genitori, sono state ricordate alcune figure locali esemplari che fanno vissuto la fede nell’incontro con Cristo tramite gli ultimi, gli abbandonati, i poveri, i pazienti. Persone semplici, umili, generose, che con abnegazione, dedizione e spiccato senso del dovere hanno offerto il loro vissuto per il bene della comunità. Innanzitutto l’Arciprete don Giacinto Barile che, con fare deciso, per 24 anni ha guidato la Parrocchia S. Andrea con amorevole dedizione verso i fedeli. Don Aurelio Pulla, autentico precursore dei nuovi programmi educativo-didattici, con il sorriso, la semplicità, l’amabilità ha coinvolto i giovani nelle diverse attività. Egli dal 1954 ha gettato le basi per la formazione generale della persona. Tutti oggi ne siamo riconoscenti. Padre Ciro M. Soccio, l’operaio-apostolo, ha avuto una breve esistenza ma vissuta senza riserve ed economia e con profonda fede. E’ riuscito a realizzare la sua grande idea presso il Convento S. Maria delle Grazie: “La piccola Casa del Fanciullo” ove ha accolto orfani, poveri di guerra, emarginati, abbondonati e ha dato loro una guida prima che un tetto e un pasto caldo. Il medico-pediatra Severino Severino è stato l’amico-uomo-medico e l’umile-medico-uomo al servizio gratuito della comunità. Non esistevano ostacoli né mai manifestava malcontento, anzi sul suo viso rifulgeva quel sorriso segno di fiducia e speranza: la prima medicina per la guarigione del paziente. Fra’ Leonardo Pitassi, frate questuante, instancabile umile servitore. Ogni mattina, con la bisaccia sulla spalla, s’incamminava per raccogliere ogni cosa per i poveri bambini della Casa. In lui i frati tutti avevano un sicuro amico nonché confratello. L’eremita Giuseppe Padulo, rimasto vedovo all’età di 33 anni, si ritirava a S. Maria a Quadrano-Gildone per vivere nella preghiera, nell’accoglienza dei pellegrini, nel lavoro umile. Generoso e solidale aiutava a chiunque fosse nel bisogno. La saggezza delle sue parole attiravano l’attenzione di tutti. Tutte le persone semplici, umili, ricche, generose, importanti, che con abnegazione e senso del rispetto offrono il loro vissuto per il bene della comunità, godono della vicinanza di Dio.

T. Santella (Segretario CPP)