Jelsi: nel percorso della via Francigena
A piedi nella storia, presentato il progetto della via Francigena del sud e del tratto ricadente in territorio molisano
"La via
Francigena è un progetto di respiro internazionale che ci riporta alle origini
della nostra cultura, della nostra storia, della nostra tradizione. E' un
percorso spirituale che riporta l'uomo alla sua centralità nel mondo e lo
accompagna verso un vero e sano vivere, verso un vero e sano turismo, nel pieno
rispetto della natura, della religione e delle peculiarità di tutti i territorio
attraversati. E' un percorso nel quale si possono trovare le radici del'Europa
attuale". Così ha aperto i lavori il coordinatore regionale de I Borghi
d'Eccellenza del Molise, Maurizio Varriano, durante i quali è stato presentato
il progetto della via Francigena del sud e del tratto ricadente in territorio
molisano. Studiosi, storici, archeologi, politici, amministratori locali,
semplici curiosi hanno riempito la sala del teatro Santo Stefano di Sepino,
segno evidente dell'interesse verso un progetto che potrebbe fornire le basi per
uno sviluppo concreto alle regioni del meridione interessate dal percorso della
Francigena. "Come Regione Molise e come Presidenza del Consiglio Regionale - ha
rimarcato la dottoressa Porfirio - abbiamo già attivato l'iter
burocratico-amministrativo, sia in Italia sia in Europa, affinché venga
riconosciuto ufficialmente il tratto molisano della via Francigena. Si sono già
avviati dei contatti tra il presidente Mario Pietracupa e l'onorevole Tedeschi
proprio per accelerare i tempi di questo riconoscimento". Oltremodo soddisfatto
ed orgoglioso è apparso il sindaco di Sepino Filomena Zeoli. "Questo progetto
rende merito ad un territorio che può vantare tra i suoi confini una storia che
risale a oltre tre mila anni fa. Questo è un periodo ricco di lavoro ma anche e
soprattutto ricolmo di soddisfazioni per il nostro paese visto che oggi
festeggiamo il suo ingresso nella via Francigena, mentre sabato e domenica
festeggeremo la consegna della bandiera dei Borghi più Belli d'Italia, andandoci
ad affiancare al comune di Oratino. Con orgoglio andremo a rappresentare il
nostro Molise all'interno dele 208 perle dei Borghi più Belli d'Italia, dando
seguito al nostro progetto che da sempre ha puntato sulle eccellenze locali per
promuovere al meglio il nostro territorio". Positive anche le dichiarazioni
rilasciate dal presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis. "La
via Francigena è un itinerario che pone in sinergia storia, religione, cultura,
tradizioni. Questo progetto potrà offrire all'intero Molise una grande
opportunità di promozione delle peculiarità del suo territorio che potranno
attraverso il percorso della Francigena essere maggiormente valorizzate". Alla
conferenza stampa era presente anche il consigliere regionale Riccardo Tamburro.
"Il Molise è un territorio ricco di storia che in parte, volutamente o no, è
stata dimenticata. Credo che sia arrivato il momento di riappropriaci delle
nostre origini, delle nostre radici, della nostra storia visto che, spesso, noi
stessi molisani non conosciamo fino in fondo i nostri trascorsi. Questo è un
progetto che si inserisce in un contesto che cerca di valorizzare il nostro
territorio facendo riscoprire prima a noi molisani la nostra storia, per poi
farla conoscere all'esterno visto che il Molise viene ancor visto solo ed
esclusivamente come il Contado di Molise, vale a dire una semplice terra di
contadini". Nello specifico del progetto è entrato l'architetto Paolo Walter Di
Paola che dal 2004 è coordinatore del progetto della via Francigena del sud.
"L'idea del progetto nacque dal fatto che ci accorgemmo che a livello europeo fu
completamente ignorato il tratto della Francigena che da Roma conduceva a
Brindisi per poi proseguire il viaggio verso Gerusalemme. Un fatto alquanto
strano visto anche che nel tratto che attraversa il Meridione d'Italia sono
stati trovati alcuni tra i documenti più antichi della Francigena. Così ci siamo
messi a lavoro e a studiare un percorso che potesse portare da Roma alle coste
pugliesi e viceversa. Da premettere che la via Francigena non è una strada ma
una serie di percorsi che ogni singolo pellegrino poteva percorrere in base, per
esempio, alla sua prestanza fisica, alla sua conoscenza dei territorio italici o
in base alle sue inclinazioni personali. Noi ne abbiamo scelto uno e di questo
abbiamo cercato di ricostruirlo e di recuperalo proprio a livello fisico.
Abbiamo percorso materialmente a piedi il tracciato per verificare sul posto e
la sicurezza e la fattibilità dello stesso. Lo studio dovrò. Ovviamente, essere
approfondito anche e soprattutto con le realtà locali attraversate dalla
Francigena per poi mettere in rete tutti i vari tratti della Francigena, quello
laziale, quello molisano, quello campano, quello pugliese, quello lucano". La
conclusione della conferenza stampa è stata lasciata all'architetto Franco
Valente, direttore del comitato tecnico-scientifico de I Borghi d'Eccellenza del
Molise. "Vorrei prima di tutto dire che a breve uscirà uno studio di Domenico
Caiazza proprio sulla Francigena per coloro che vogliano ampliare la conoscenza
storica di questo percorso. E' un progetto che da ampie prospettive di studio e
di elaborazione che ci permetterà di individuare una serie di edifici
monumentali nel nostro Molise sui quali poter programmare un progetto di
valorizzazione. La via Francigena è la strada della consacrazione del piano
teologico dell'intera Europa, ora però starà a noi, ai politici, agli storici,
agli amministratori locali comprendere e capire i vari itinerari per poterci
costruire sopra un progetto di promozione e valorizzazione dei rispettivi
territorio e delle rispettive bellezze". In tal senso va vista la partecipazione
proprio dell'architetto Valente e del coordinatore regionale de I Borghi
d'Eccellenza del Molise, Varriano, lunedì 16 luglio al workshop che si terrà
presso l'aula "Giuseppe Dalla Vedova" del palazzetto Mattei in villa Celimonia a
Roma dal titolo "Il ruolo della rete nello sviluppo della via Francigena del
sud". La certificazione di itinerario culturale alla Francigena del sud è un
obiettivo possibile ma condizionato dalla partecipazione di molti soggetti
istituzionali, regioni, province, comuni, associazioni e non, complessivamente
impegnati nella definizione di un progetto che corrisponda ai criteri di
eleggibilità di tema, rete ed azioni di un itinerario culturale, così come
previsto dal regolamento del consiglio d'Europa. E' un processo che richiede
competenze ma, soprattutto, azioni di concertazione indirizzate a costruire una
rete permanente di attività e di interesse per la via Francigena, che non solo
sia utile ad ottenere la certificazione, ma, soprattutto, sia abile a
mantenerla, quando ottenuta. Il workshop romano metterà a confronto esperienze
ed ipotesi di lavoro prodotte da enti pubblici e da associazioni culturali
meridionali, soggetti interessati alla definizione della rete, alla creazione di
un progetto e alla certificazione del percorso della Francigena del sud.
I comuni attraversati dalla via Francigena
molisana
Filignano (fraz. Cerasuolo); Colli al Volturno; Fornelli; Rocchetta al Volturno;
Cerro al Volturno; Acquaviva d'Isernia; Forlì del Sannio; Isernia; Pettoranello
del Molise; Castelpetroso; Santa Maria del Molise; Cantalupo nel Sannio; Rionero
Sanitico; Bojano; Guardiaregia; Sepino;
Vinchiaturo; Gildone; Jelsi
La via Francigena
La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta
anche Franchigena, è parte di un fascio di vie, dette anche vie Romee, che
conduceva alle tre principali mete religiose cristiane dell'epoca medievale:
Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme. I primi documenti d'archivio che
citano l'esistenza della Via Francigena risalgono al XIII sec. e si riferiscono
a un tratto di strada nel territorio di Troia in provincia di Foggia. Il
percorso di un pellegrinaggio che il vescovo Sigerico, nel X secolo, fece da
Canterbury per giungere a Roma rappresenta una delle testimonianze più
significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca
medioevale, ma non esaurisce le molteplici alternative che giunsero a definire
una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della
stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze
religiose legate alle reliquie dei santi. Il pellegrinaggio a Roma, in visita
alla tomba dell'apostolo Pietro era nel medioevo una delle tre peregrinationes
maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. Per questo l'Italia
era percorsa continuamente da pellegrini di ogni parte d'Europa. Molti si
fermavano a Roma, gli altri scendevano lungo la penisola fino al porto di
Brindisi e da lì si imbarcavano per la Terra Santa. Una tappa importante prima
di giungere a Brindisi era il Santuario di San Michele Arcangelo a Monte
Sant'Angelo, sul Gargano, in provincia di Foggia. Nella maggior parte dei casi i
pellegrini seguivano le Strade consolari romane. I pellegrini provenienti
soprattutto dalla terra dei Franchi in età post carolingia cominciarono a
valicare le Alpi ed entrare in Italia. Con l'itinerario primitivo si entrava in
territorio italico attraverso il Colle del Moncenisio (talvolta transitando
anche dal Colle del Monginevro), dando così alla strada il nome di Francigena,
cioè proveniente dalla Terra dei Franchi. La via prese quindi a far parte di
quella vasta rete di strade e percorsi che segnava l'Europa di pellegrinaggio e
che univa tutti i maggiori luoghi di spiritualità del tempo. La presenza di
questi percorsi, con la grande quantità di persone provenienti da culture anche
molto diverse tra loro, ha permesso un eccezionale passaggio di segni, emblemi,
culture e linguaggi dell'Occidente Cristiano. Ancora oggi sono rintracciabili
sul territorio le memorie di questo passaggio che ha strutturato profondamente
le forme insediative e le tradizioni dei luoghi attraversati. Un passaggio
continuo che ha permesso alle diverse culture europee di comunicare e di venire
in contatto, forgiando la base culturale, artistica, economica e politica
dell'Europa moderna; è nota la frase del poeta Goethe secondo cui la coscienza
d'Europa è nata sulle vie di pellegrinaggio. A partire dal 1994 la Via
Francigena è stata dichiarata "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa"
assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, una dignità
sovranazionale. La Francigena non era propriamente una via ma piuttosto un
fascio di vie, un sistema viario con molte alternative. Il tratto da Canterbury
a Roma si sviluppa su di un percorso di 1.600 chilometri che parte da
Canterbury, e arriva a Dover per attraversare la Manica; da Calais, passando per
Reims, Besançon e Losanna si arriva alle Alpi che vengono passate al colle del
Gran San Bernardo. Dalla Valle d'Aosta si scende a Ivrea, quindi Vercelli, Pavia
e si attraversano gli Appennini tra le province di Piacenza e Parma passando per
Ducato di Montebello, Segalara, Fornovo di Taro e poi Berceto. Da Pontremoli si
prosegue per Lucca, Porcari, Altopascio, Galleno, Ponte a Cappiano, Fucecchio,
San Gimignano o Poggibonsi, Siena, Viterbo per terminare a Roma. Delle
settantanove località attraversate da Sigerico nell'itinerario originale, si
segnalano: Canterbury, Calais, Bruay, Arras, Reims, Châlons-sur-Marne,
Bar-sur-Aube, Besançon, Pontarlier, Losanna, Gran San Bernardo, Aosta, Ivrea,
Santhià, Vercelli, Tromello, Pavia, Piacenza, Fiorenzuola d'Arda, Fidenza,
(deviazione per Parma), Fornovo di Taro, Pontremoli, Aulla, Luni, Camaiore,
Lucca, Porcari, Altopascio, Fucecchio, San Genesio, San Gimignano, Siena, San
Quirico d'Orcia, Bolsena, Viterbo, Sutri, Roma. Dopo la riscoperta, avvenuta
negli anni settanta, del Cammino di Santiago, ci si rese conto che anche in
Italia esisteva un simile percorso di pellegrinaggio, la via Francigena. Come
era successo per il cammino spagnolo, anche il percorso della Francigena giaceva
in parte sotto l'asfalto delle autostrade e delle statali che, col tempo,
avevano ricalcato il tracciato di quelle che già erano state le strade
principali del medioevo e dell'età romana. L'interesse, dapprima limitato agli
studiosi, poi estesosi a molti che, dopo aver percorso il Cammino di Santiago,
desideravano arrivare a Roma a piedi e poi a Gerusalemme, ha fatto nascere una
rete di amanti della Francigena che, con vernice e pennello, hanno cominciato a
segnare sentieri e percorsi. Dove possibile si è cercato di recuperare il
tracciato originario, ma a volte si è scelto di deviare dal percorso storico in
favore di sentieri e strade meno trafficate. Constatando il sempre maggiore
interesse per il Cammino di Santiago, è oggi chiaro che anche la Francigena è un
tesoro dal punto di vista turistico, e se questo ha portato le amministrazioni
pubbliche a prendere coscienza dell'importanza del fenomeno ha anche portato
alcuni ad approfittarsi, ad esempio deviando il percorso pur di farlo passare
nei pressi di quel bar o di quell'altro ristorante. Tra le regioni italiane la
regione Lazio è stata molto attiva negli ultimi due anni, infatti ha investito
sulla Francigena in termini di risorse e di promozione turistica, riattivando
una serie di percorsi che hanno come fulcro Roma. In particolare il tratto a
nord proveniente dalla Toscana e quello a sud da e verso la Terra Santa sulla
direttrice Prenestina che attraversa Palestrina, entra nella Valle del Sacco e
dopo Anagni si ricongiunge alla Latina per dirigersi a Benevento, dove incontra
l'altra direttrice l'Appia, per molti secoli, dopo la caduta dell'Impero Romano,
ridotta a via di carattere soprattutto commerciale per la presenza delle paludi
pontine. È inoltre cresciuta la necessita di avere strutture idonee per
l'accoglienza dei pellegrini lungo l'interno tracciato. In tale senso molte
parrocchie ed istituzioni religiose ospitano i pellegrini muniti di credenziale
diretti verso Roma. In anni recenti la Confraternita di San Jacopo di
Compostella di Perugia gestisce diverse strutture di accoglienza sulla via
Francigena, una in Toscana a Radicofani: lo Spedale di San Pietro e Giacomo, e
una a Roma: lo Spedale della Provvidenza di San Giacomo e di San Benedetto Labre.
Quest'ultimo si trova a Testaccio, nel centro storico di Roma, a metà strada tra
la Basilica di San Pietro e quella di San Paolo. Grazie alla collaborazione tra
la Confraternita di San Jacopo di Compostella e le Figlie della Divina
Provvidenza, è nata quindi la possibilità di dare alloggio a coloro che, dotati
di credenziale, giungono a Roma secondo i canoni del vero pellegrinaggio.
Importante è un certo interesse mediatico, come ad esempio una serie radiofonica
di Rai Radio Tre dedicata alla Francigena, documentari, e la pubblicazione di
alcune guide sta avvicinando un numero di persone sempre crescente che, per
motivi religiosi o meno, percorre zaino in spalla l'antico percorso. Si tratta
di un progetto ambizioso, che richiede tempo, forse meno di quello che c'è
voluto per l'affermazione del Cammino di Santiago (circa 20 anni), ma molte
amministrazioni comunali scommettono sul recupero della Francigena a piedi in
Italia, anche se ancora non è decollato. I presupposti ci sono tutti e le
istituzioni stanno lavorando in accordo con il Ministero dei Beni Culturali per
mettere a sistema l'enorme patrimonio diffuso sula penisola, le tradizioni e le
feste popolari, l'enogastronomia. Il lavoro è lungo, infatti oltre alla messa in
sicurezza del tracciato, bisognerà affrontare il problema del reperimento, lungo
il percorso, di strutture ricettive a buon prezzo dislocate a distanze regolari
tra le tappe, così come sarà necessario stipulare accordi e convenzioni per i
servizi e l'assistenza, che passa prima di tutto attraverso l'informazione delle
popolazioni dei territori attraversati che saranno i principali attori di questa
opportunità di sviluppo e d'incontro tra i popoli.