Una Tour straordinario quello proposto dal Circolo Anziani di Jelsi: l'Incoronata di Foggia il Castello di Federico II di Svevia e la Cattedrale di Trani. Accompagnati dal Presidente Gennaro Severino, dal Tour Operator Salvatore Fratino e da due formidabili esperte di Beni Culturali Angela e ... di Andria abbiamo gustato le bellezze di alcuni gioielli di questa splendida terra meridiana e mediterranea:

Appunti sul Santuario dell'Incoronata di Foggia
Il Vecchio Santuario
Il complesso del vecchio Santuario era formato dai due capannoni dormitori, dalla chiesa e dal convento. La chiesa, situata al centro della spianata, era a pianta rettangolare con il solo prospetto orientato a Nord Ovest, poichè ai lati erano addossate altre costruzioni. Nella parte posteriore, per mezzo di due rampe si saliva alla cappella sopraelevata della Madonna, che comunicava a destra verso l' interno dell'annesso antico convento ed a sinistra con un loggiato delimitato da pilastrini in mattoni e ringhiera di ferro, ove erano sistemate due piccole campane. Vicino c'era una scalinata che serviva di accesso ai vecchi locali del convento e di uscita secondaria per la folla dei fedeli.

Il Nuovo Santuario
Il nuovo complesso architettonico del Santuario dell' Incoronata, opera dell'architetto Luigi Vagnetti di Roma, anche agli occhi di un profano appare come un inno alla Puglia e fu realizzato dagli anni 1954 al 1965. L' architetto si è ispirato infatti alle primordiali abitazioni edilizie della zona, quali la capanna e il trullo e con elementi tanto semplici ha ricavato incredibilmente una platea di grande luce ed un complesso sommamente originale: la grazia e la gentilezza conferiscono al complesso un aspetto suggestivo e spirituale. L' ingegnere Antonio Guerrieri di Foggia provvide in loco a dirigere i lavori ed i calcoli della grande struttura in cemento armato. Il terreno, posto a disposizione del Santuario nel 1950 e ceduto alla Piccola Opera della Divina Provvidenza ( Don Orione )

Appunti su Castel del Monte
Una residenza imperiale per la cura del corpo e dello spirito: secondo una ricerca pubblicata da due ricercatori del Politecnico di Bari è questo il segreto di Castel del Monte, simbolo della Puglia dal XIII secolo, che ha da sempre polarizzato le attenzioni degli studiosi di tutto il mondo. Il castello viene definito dall’Unesco un capolavoro unico dell’architettura medievale, che riflette l’umanesimo del suo fondatore: Federico II di Svevia. “La sua forma fortemente geometrica e unica rispetto ad altri edifici medioevali, l’articolazione su due livelli, la collocazione geografica, ha prodotto almeno 500 ricerche in tutto il mondo, nessuna delle quali però – si ricorda in una nota del Politecnico – è riuscita a svelare e a convincere fino in fondo i perchè di quel castello così ‘diversò”.
Due ricercatori della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari, Giuseppe Fallacara e Ubaldo Occhinegro, sostengono, attraverso una ricerca recentemente pubblicata, che quel castello voluto fortemente dall’imperatore, era un tempio dedicato alla cura del corpo e dello spirito.
“Castel del Monte – dicono – fu edificato nell’ambito del potenziamento di tutte le strutture fortificate dell’Italia meridionale. Accanto a queste, Federico II, pensò alla costruzione di un tempio, il più magnifico di tutti gli edifici da lui visti ed ammirati, da Palermo a Roma, da Beirut a Gerusalemme. Un tempio per lo spirito, per la cura del corpo e per il culto della bellezza, alla ricerca dell’immortalità che gli spettava di diritto, quale imperatore di tutti gli uomini, eletto direttamente da Dio e lo fa realizzare, secondo tecniche orientali, legate agli Hammam arabi, veri centri di cura del corpo, di origine romana, che si avvalgono dell’uso di vapore, acqua corrente e variazioni di temperatura degli ambienti”.
Fallacara e Occhinegro realizzano una ricostruzione del castello attraverso le immagini, così come doveva apparire al visitatore del 1240. Il maniero, nell’insieme, appare “concepito e realizzato come una macchina di ingegneria idraulica, in grado di soddisfare le necessità, forte di 5 cisterne pensili, di cui 2 a piano terra, 5 grandi camini e le relative superfici interne ed esterne, progettate per raccogliere e veicolare le acque meteoriche”.


Appunti sulla Cattedrale di Trani
La cattedrale di Trani (conosciuta anche come duomo di Trani e, talvolta, come cattedrale di San Nicola Pellegrino) è la costruzione più prestigiosa della città pugliese. Si tratta di un esempio di architettura romanica pugliese. La sua costruzione è legata alle vicende di san Nicola Pellegrino, risalenti all'epoca della dominazione normanna.
Fu costruita usando la pietra di Trani, un materiale da costruzione tipico della zona: si tratta un tufo calcareo, estratto dalle cave della città, caratterizzato da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.
La chiesa si distingue per il suo vistoso transetto e per l'uso dell'arco a sesto acuto nel passaggio situato sotto il campanile, fenomeno non molto diffuso nell'architettura romanica.
Inserito nella lista delle "meraviglie italiane", [1] il tempio è sede della cattedra dell'arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie.
La tradizione vuole che Nicola il Pellegrino sia sbarcato a Trani nell'imminenza della morte, dopo la quale sarebbero avvenuti svariati miracoli, sicché egli fu canonizzato, presumibilmente per suggerimento di Urbano II.[3]
Iniziata nel 1099, la chiesa fu edificata sulla base di quella più vecchia di Santa Maria, dove secondo la leggenda sarebbe morto il santo e fu dedicata alla Madonna Assunta, mentre le reliquie di San Nicola sarebbero state sistemate nella parte inferiore della chiesa. La cattedrale fu poi consacrata prima ancora del completamento.
La fase decisiva della costruzione si ebbe presumibilmente tra il 1159 e il 1186, mentre verso il 1200 il completamento era da considerarsi raggiunto, eccezion fatta per il campanile.
La costruzione, importante dal punto di vista urbanistico, vanta una posizione relativamente isolata rispetto agli edifici circostanti e si trova nelle immediate vicinanze della costa, con l'effetto di creare un chiaro punto di riferimento sia a chi la guardi dalla città sia a chi la guardi dal mare.
Vi si accede tramite una doppia rampa di scale che conduce al portale, dato che il pianterreno si trova in posizione leggermente rialzata.


 

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