Sul paesaggio molisano, di genuina e agreste bellezza, incombe un grave pericolo!

Gli assalti alla sua integrità - veri e propri attentati alla identità dei luoghi, delle sue popolazioni, della sua storia e cultura - portati da progetti industriali per la realizzazione di numerosi impianti eolici, produrranno, a breve, un evidente ed irrimediabile danno, innanzitutto estetico, che coinvolgerà, come è accaduto nelle zone in cui molti di questi impianti hanno già visto la luce, l’intero territorio della regione, ove si assisterà ad una proliferazione di torri con la irreversibile occupazione di aree di particolare interesse naturalistico, paesaggistico ed archeologico.

Oltre all’impatto visivo, c’è da considerare lo scempio ambientale causato anche dalla esecuzione di opere accessorie quali la creazione di larghe strade d’accesso per il trasporto del materiale, la perforazione in profondità del terreno per i lavori di installazione, la realizzazione di vaste piattaforme in cemento, la posa in opera di chilometri di cavi, nel sottosuolo o aerei, per il collegamento alle centrali elettriche.

Nelle zone - non poche - dove gli impianti sono già sorti, il danno ambientale ed erariale è sotto gli occhi di tutti : degrado di intere aree collinari e montagnose, sconvolgimento del paesaggio, distruzione di zone boschive, danno faunistico, erariale, geologico (deviazione o dispersione di sorgenti sotterranee), danno alla proprietà rurale ed immobiliare.

Il tanto ventilato sviluppo turistico della nostra regione, giustamente pensato sullo sfruttamento della ruralità del territorio, non potrà mai decollare se recinti di ferraglia, oramai avvistabili da ogni angolo del Molise, continuerà a far da cornice al paesaggio che ci circonda.

Il ricorso alle cosiddette energie alternative non può prescindere dal rispetto di ben precisi canoni, peraltro costituzionalmente previsti (art. 9 della Costituzione), dovendo esso comunque assicurare e garantire il diritto alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione.

Si è ancora in tempo a correggere il cammino malamente intrapreso (il cui unico accertato beneficio sembra essere rappresentato dall’arricchimento delle ditte che operano in materia) ponendo dei limiti all’ulteriore proliferare dell’eolico selvaggio che né le leggi nazionali, né tanto meno quella regionale, hanno saputo - o voluto - prevedere.

Con la manifestazione in oggetto si intende sensibilizzare chi ci governa, i destinatari dell’appello stesso, gli amministratori locali in ordine alla necessità di optare per soluzioni che, pur assicurando giovamento alla causa delle fonti alternative, mettano al riparo il territorio da indiscriminate e inammissibili scelte che porteranno alla immancabile perdita di ciò che da sempre ha costituito una caratteristica endogena del territorio interno del Molise, individuabile, essa, nel suo aspetto e contenuto rurale, agricolo, paesaggistico e naturalistico, in cui ben si amalgama, quasi a fondersi con esso, l’altro contenuto, culturale, dato dalla presenza di numerosi siti archeologici, storici ed artistici.

Contrariamente a quanto previsto dalle attuali leggi in materia, che individuano le zone ove gli impianti non possono essere installati (poche e scelte senza alcun criterio), va piuttosto considerata la ipotesi di scelta di zone in cui, per l’irrilevante impatto ambientale e paesaggistico, essi possono sorgere.

Ciò è a dire lontano da aree collinari e montagnose, a ridosso di nuclei industriali e di zone urbane già in certo senso degradate, ove poco avvertibile è la loro presenza, i campi eolici potrebbero comunque trovare una sistemazione per lo sviluppo, perdippiù tutto da provare in termini di fruttuosa rendita produttiva, dell’energia elettrica.

Incentivare, inoltre, il ricorso al fotovoltaico domestico, rendendolo di facile e conveniente applicazione talché l’assetto di copertura urbana di immobili pubblici e privati venga destinato alla produzione di energia, rappresenta  una opzione più redditizia (ove si consideri il beneficio diretto che il privato possa trarne) - di sperimentata alternativa a quella dell’eolico.

Non prendendo in considerazione tali elementari suggerimenti che provengono, oramai, da gran parte dell’opinione scientifico e dettati, oltretutto, dal buon senso nell’interesse della collettività, si può tranquillamente abdicare a quel ruolo di regione ancora, tutto sommato, incontaminata e potenzialmente idonea a svolgere un ruolo importante per lo sviluppo di un turismo di qualità.

Gianluigi Ciamarra