OLIVER LUSTIG incontra i giovani del Molise
LA NOTTE DI AUSCHWITZ" «Il Giorno della Memoria»
PRESENTAZIONE (Paolo A. Santella)
Non è assolutamente facile presentare, con poche battute, un tema così
importante, così denso di emozioni e di sensazioni, solo se si pensa che queste
emozioni e sensazioni sono evocate esclusivamente da una legge che sancisce il
27 Gennaio come il giorno che richiama alla memoria un passato che, a molti di
noi, cronologicamente potrebbe non appartenere.
La legge per natura giuridica obbliga al rispetto di un dettato che ha sempre
una fonte, e"Il Giorno della Memoria" fonda la sua origine sulla più grande
tragedia che l'Umanità possa ricordare, su orrori che la mente di un uomo
normale si rifiuta persino di immaginare, sull'annientamento studiato,
scientificamente oltre che ideologicamente, della dignità di persona, sulla
sofferenza indicibile, sul "cinismo amplificato fino alla perversione"(come
qualcuno ha scritto), sul piacere sadico dell'altrui disgrazia, sull'odio e
sulla morte crudele di milioni di innocenti, sulla dolorosa testimonianza dei
sopravvissuti.
E' ormai chiaro a tutti quante difficoltà, dal punto di vista psicologico, i
testimoni di questa immane tragedia hanno incontrato prima di esternare al mondo
la loro esperienza. Sappiamo di persone che hanno parlato solo dopo anni di
meditato silenzio, altre che si sono rifiutate di parlare al cospetto dei
familiari, altre che non hanno mai parlato. Tutti i sopravvissuti si sono posti
di fronte ad un immane e difficoltoso interrogativo: come è possibile favorire,
nelle persone che ascoltano, evocazioni di eventi così inimmaginabili?...
Per me, questo percorso di approfondimento storico e filosofico, ha avuto un
approdo significativo nel 2003, quando ho partecipato, a Bucarest, al seminario
internazionale del Consiglio d'Europa dal titolo:" Insegnare l'Olocausto nel 21°
secolo: conservare la memoria e prevenire i crimini contro l'umanità". Un evento
straordinario che ha segnato profondamente la mia vita e la mia professione.
In questo seminario, a cui mi sono avvicinato con un approfondito studio sui
fatti e una nutrita lettura di testimonianze, ho provato una delle emozioni più
intense : ho conosciuto il giornalista e scrittore Dott. Oliver LUSTIG,
cittadino rumeno, sopravvissuto di Auschwitz; oggi qui con noi, autore di
numerosi saggi, fra cui "Dizionario del Lager" (Nuova Italia ed.), "Cuore
Sanguinante (da noi curato e pubblicato dalla editrice molisana Boulè)" .
Sono immensamente felice che Lui abbia accettato l'invito (dell'Istituzione
Provinciale di Maria Laura Lolli di Boulè e mio), perché ha fornito la
possibilità di far conoscere la Sua Testimonianza a Voi tutti ed in particolare
ai ragazzi ed ai giovani del Molise.
Gli studenti dell'Istituto di Scuola Superiore, il Liceo di Larino e il
Professionale di Campomarino che mi onoro di dirigere, hanno raccolto le nostre
sollecitazioni e insieme ai loro Docenti a partire dal 2004 hanno elaborato un
percorso di riflessione storica e filosofica legato a questo straordinario
evento, che senza alcuna esitazione posso definire storico.
Simon Veil, in un suo intervento al Consiglio d'Europa a Strasburgo il 18
Ottobre 2002 ha affermato: "La storia della Shoah è costruita con la memoria dei
sopravvissuti. Ma mentre il XX° secolo ha visto l'annientamento dei nostri
parenti e amici, il XXI° secolo vedrà la naturale scomparsa dei testimoni
oculari ...e quando noi tutti saremo spariti e rimarranno solo i libri, quale
sarà l'effetto sulla commemorazione e la trasmissione della Shoah alle giovani
generazioni?"
Questa questione sollevata da Simon Veil mi porta ad evocare la posta in gioco e
gli ostacoli che comportano l'insegnamento della Shoah. Non basta, per lottare
contro l'oblio, contro la negazione e la banalizzazione dell'Olocausto, la
Cerimonia di un giorno. Occorre che, consapevoli che il nostro futuro sarà
vissuto in una dimensione transnazionale, la Shoah sia parte integrante della
nostra identità nazionale ed europea poiché essa costituisce l'avvenimento più
europeo di tutta la storia del XX° secolo.
Il Dott. Lustig, uno degli ultimi sopravvissuti, proveniente da uno Stato, la
Romania, che dal 2007 fa parte a pieno titolo della grande famiglia europea è
qui anche per rinsaldare la nostra identità europea rispetto a quanto è accaduto
a Lui e a milioni di uomini sparsi per l'Europa, sessanta anni fa. Vi
parlerà della Sua straordinaria storia, della Sua grande tragedia familiare. Il
Dott. Lustig ha scelto di parlare, per gridare al mondo e ai giovani in
particolare il Suo messaggio: Non dimenticare ciò che è stato!
A noi, che oggi abbiamo la fortuna di incontrarLo, non resta che:
- ascoltare ancora la Sua voce, perché gli era stata tolta;
- pensare con Lui, perché gli era stato tolto il diritto di pensare; - chiamarLo
per nome, perché gli era stato tolto persino il nome;
- parlare con Lui che ha visto mandare a morte i Suoi genitori, i Suoi fratelli,
i Suoi parenti, gli amici e i conoscenti;
- riflettere con Lui su come domani la Shoah potrà essere raccontata ai nostri
figli ed abbracciare un uomo che non era considerato uomo;
Dott. Lustig, grazie di esistere, grazie per essere oggi qui con noi!