Vince il Trofeo Pizzaiolo internazionale dell'anno 2009 Giuseppe Cravero (Celefone)

Vetralla, Peppiniello "pizzaiuolo dell'anno 2009"
La pizzeria "Il Babbà" porta a casa il più importante riconoscimento internazionale

Fotografia Vetralla, Peppiniello \"pizzaiuolo dell\

Lo “Statuto della verace pizza napoletana” parla chiaro: la “margherita doc” deve avere un cornicione (il bordo) di un’altezza massima di 3 centimetri, il centro della pizza deve essere di 4 millimetri, la circonferenza di 32/33 centimetri, deve essere cotta solo nel forno a legna da un minimo di 60 a un massimo di 90 secondi e la conformazione dell’”alveare” (i buchi del bordo dove scorrono i flussi di anidride carbonica sprigionata dal lievito) è la spia che rivela se la lievitazione, la maturazione e la cottura sono state effettuate a regola d’arte.

Parametri assolutamente tecnici che Giuseppe Cravero, il famoso Peppiniello della pizzeria “Il babbà” di Vetralla, ha rispettato scrupolosamente, tanto di aggiudicarsi la piazza d’onore al “Trofeo internazionale pizzaiolo dell’anno 2009” che si è svolto a Vinchiaturo, in provincia di  Campobasso, lenedì e martedì scorsi.

Mezzo millimetro in più di diametro gli è costato il gradino più alto del podio ma Peppiniello, che in quanto a pizza non vuole essere secondo a nessuno, si è rifatto immediatamente conquistando il primo posto nella “pizza fritta” (ricotta di bufala, cicoli napoletani e pepe), ovvero la tipica pizza dei vicoli di Napoli, non per niente chiamata “oggi ad ott” (si prendeva oggi e si pagava dopo otto giorni).

Per uno nato a Napoli e cresciuto  in Molise deve essere stata una bella soddisfazione aver vinto nelle più tipiche delle specialità napoletane e per giunta in una manifestazione che si è svolta vicino Campobasso.

“Beh sì – confessa Peppiniello, letteralmente al settimo cielo per la gioia – la combinazione geografica, per così dire, ha dato un valore aggiunto alla vittoria. Avevo  20 anni quando ho deciso di stabilirmi a Viterbo, dove i paesaggi, i profumi e i sapori mi davano la sensazione di trovarmi veramente a casa. Posso dire, anzi, che la qualità raggiunta, e la stessa vittoria riportata, sono il frutto della maturazione professionale avvenuta in questa provincia, terra ricchissima di prodotti tipici che cerco costantemente di combinare e valorizzare nel mio lavoro”.

“Oggi la figura del pizzaiolo – continua Peppiniello  - è in continua evoluzione e una scuola di pensiero che si sta facendo strada ci vede ormai simili agli chef. Il pizzaiolo infatti ricerca, sperimenta, consiglia e abbina sapori e prodotti, e perfino i vini. E’ questo che ho cercato di fare nella mia carriera ed è forse per questo che è arrivato questo risultato, è forse per questo che il premio mi è stato assegnato da Alfredo Folliero, inventore del marchio doc e promotore mondiale della verace pizza napoletana e che, consentitemelo, Il Babbà è l’unica pizzeria della provincia di Viterbo segnalata dal Gambero Rosso e presente nella Guida alle pizzerie d’Italia, scritta dal ternano Vito Saturno”.

Peppiniello sta diventando dunque una sorta di “guru”, un maestro che, come ogni buon maestro, fa scuola e proseliti. La sua allieva preferita, neanche a dirlo, è Sheila, la sua fidanzata, anche lei ormai contagiata dalla febbre dei concorsi in tutta Italia.
“Sta crescendo bene – dice orgoglioso Peppiniello – è l’unica ragazza che attraverso la pizza sta portando alto il nome di Viterbo e della nostra provincia”.

Sheila e la pizza: due gradi amori. Più corrisposti di così!