Il Cristo nudo di Jelsi
Franco Valente

L’11 gennaio la Chiesa ricorda il Battesimo di Cristo nel Giordano.
L’arte cristiana in generale fin dai primi tempi si è ispirata al racconto evangelico di Marco (1, 9-13) e di Luca (3, 21-22): In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall`acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.

L’occasione è buona per tornare a parlare della cripta trecentesca dell’Annunziata di Jelsi dove, tra le varie scene, nel registro inferiore della parete di destra, si vede rappresentato Giovanni Battista che versa l’acqua del Giordano sul capo di Cristo.
La rappresentazione contiene un particolare sicuramente inconsueto: il Cristo è assolutamente nudo e non mostra alcuna preoccupazione di coprirsi in qualche modo, come spesso si vede in altre rappresentazioni.

Alle sue spalle sono due figure femminili di cui una in atto di sostenerlo. Ambedue hanno l’aureola. In genere nella rappresentazione del Battesimo nel Giordano non appaiono figure di santi oltre quella di Giovanni. A volte sono presenti due angeli che reggono i panni di Cristo. Le due figure femminili potrebbero essere dunque la rappresentazione di due angeli le cui ali non sono state disegnate solo per motivi di spazio essendo il loro corpo tagliato dalla linea della cornice.
L’immagine del Cristo interamente nudo nella tradizione cristiana, specialmente occidentale, è rara, mentre in Oriente non era inconsueta nelle figurazioni su tavola.
Tra le rappresentazioni parietali di dimensioni ragguardevoli certamente l’esempio antico più noto è quello bizantino del Battistero di Ravenna, del V secolo, dove, comunque, l’ostentatio genitalium è in qualche modo velata dalle sottili onde del fiume nel quale Cristo è immerso.
 

da (http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?article416)

Sappiamo pure di un frammento di pittura quattrocentesco ritrovato da pochi anni durante i lavori di ristrutturazione della chiesa di Santa Maria della Pietà a Lauro di Nola. Anche in questo caso si tratta della scena del battesimo di Cristo nel Giordano.
Più tardi Michelangelo rappresentò il Cristo interamente nudo in una crocifissione nel convento di S. Spirito a Firenze.
Non credo si conoscano altri esempi.
Posted on Domenica, Gennaio 11th, 2009 at 10:17 in the category:Curiosità molisane, arte. Comment RSS 2.0 feed. Comment it , or trackback this post.
2 Responses a “Il Cristo nudo di Jelsi”
 

1. Tommaso E. dice:
Gennaio 11th, 2009 at 19:47

Caro architetto riguardo questa particolarità iconografica, a livello teorico, mi permetto di rimandare al testo di Leo Steinberg (tra l’altro introvabile) “La sessualità di Cristo nell’arte rinascimentale e il suo oblio nell’età moderna”; il volume, pur prendendo in considerazione in particolare le scene col Cristo bambino e col Cristo crocefisso (ma il momento del Battesimo è di certo uno dei momenti centrali della vita del Cristo, nel quale si manifesta per la prima volta la Sua natura divina), analizza come l’ostentazio genitalium, ovvero l’esibizione dei genitali del Cristo, diventa strumento, anche ben prima del 1400, di visualizzazione dell’incarnazione, sottolineando come Dio sia allo stesso tempo vero uomo. Poichè è tipico dell’uomo essere mortale e sessuato l’ostentazione diventa testimonianza di un concetto centrale del cristianesimo: la discesa di Dio nell’umanità (e quindi la certezza della salvezza) e il dogma dell’ipostasi.
Cordialmente T.E.
 

2. Franco Valente dice:
Gennaio 11th, 2009 at 20:30

Ovviamente concordo con la considerazione e aggiungo che la nudità di Cristo diviene anche elemento di riferimento della regola francescana che in qualche modo influenza anche le pitture giottesche (con tutti i limiti stilistici) di Jelsi. D’altra parte l’avventura di Francesco comincia proprio con la restituzione delle sue vesti al padre sulla piazza di Assisi.