Al Sindaco del Comune di Jelsi

 

Contributo di cittadinanza sull’Eolico a Jelsi

In riferimento al dibattito sull’eolico  acceso nella nostra Comunità di Jelsi ritengo doveroso intervenire a partire da due considerazioni preliminari:

 

 

Il problema non può essere delegato semplicemente alle Elite politiche, economiche, finanziarie o scientifiche.

La visione paneconomica e ideologica in cui si è sviluppato il dibattito sul’eolico a Jelsi è di corto respiro.

Va ribadito il concetto di principio dell’interesse pubblico sulle infrastrutture viarie, tecnologiche, energetiche e di telecomunicazione. Non è concepibile un ruolo residuale, marginale e meramente passivo della pubblica amministrazione, su azioni, provvedimenti strutturali che incidono sul futuro della Comunità e del suo territorio. Sembra vi sia nel momento storico attuale una tendenza al rovesciamento vettoriale dei compiti e dei fini tra pubblico e privato, dove l’interesse generale si è spesso riempito del suo contrario. Da parte mia non vi è una pregiudiziale avversità all’eolico, ma emerge dalla politica territoriale sull’eolico  una mentalità meramente finanziaria orientata a favorire prioritariamente il Business delle aziende, utilizzando unicamente la leva monetaria per il consenso.

Nella Mission dell’impresa l’eolico sembra essere semplicemente lo strumento o uno degli strumenti per fare profitto.

 

Europa , Democrazia e partecipazione

C’è la necessità di Inquadrare il tema nell'ambito del dibattito relativo all'applicazione del principio di sussidiarietà, concetto cardine su cui dovrebbe essere fondata la nuova europa, ma ben lungi dall'essere applicato o anche soltanto compreso nella sua essenza e nelle profonde implicazioni.

Importanza che in questo percorso ha il progressivo trasferimento di potere decisionale alle comunità locali, ossia a coloro che vivono e son parte del territorio nella sua concretezza, e non solo come concetto astratto.

L'aspetto della promozione di una vera democrazia che l'effettivo coinvolgimento delle popolazioni locali implica. Per questa ragione, occorre tradurre in pratica il coinvolgimento del pubblico di cui si parla nella procedura di VIA, trasformandolo da mera formalità in partecipazione effettiva dei diretti interessati al processo decisionale che riguarda lo sviluppo del proprio ambiente.

Per far ciò è però necessario venir fuori dagli schemi populisti e polemici su cui si basano tutti i dibattiti pubblici. Occorre dotare la gente di strumenti conoscitivi e critici che permettano a tutti di esprimere una posizione che sia frutto di un'attenta analisi della realtà di partenza e delle implicazioni delle diverse alternative disponibili e potenzialmente realizzabili. È necessario che, pur conservando l'accuratezza di una prospettiva particolaristica, si passi a una visione olistica, che faccia percepire il carattere sistemico del contesto in cui si vive.

 

Energie rinnovabili e Sviluppo sostenibile

Le fonti rinnovabili consentono, infatti, di ovviare a problemi di inquinamento su scala globale (emissioni gas serra) ed anche regionale-locale (piogge acide, inquinamento atmosferico), contribuiscono alla sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti, diminuendo la dipendenza energetica degli stati nazionali dall’estero.

Il sostegno a tali fonti di energia, per essere efficace, deve però necessariamente tener conto degli ostacoli che si frappongono alla possibilità di sfruttare il potenziale tecnico disponibile.

Innanzi tutto vi è la necessità di offrire un sostegno economico a tecnologie non ancora completamente mature e competitive rispetto a quelle tradizionali.

In secondo luogo si pone il problema dell’autorizzazione degli impianti. La collocazione delle centrali (ad esempio eoliche come nel catodi Jelsi) è un processo complesso poiché implica l’inserimento di nuove infrastrutture nel territorio in modo diffuso e con una pluralità di possibili impatti. Questo processo richiede quindi un diverso approccio al consenso, per superare i conflitti che portano oggi all’impossibilità di collocare gli impianti, più o meno efficacemente promossi, all’interno degli ambiti territoriali individuati ed in tempi compatibili con il decorso tipico degli investimenti produttivi.

Nell’affrontare il problema risulta quindi opportuno, da un lato, cercare di potenziare e di far percepire nella maniera corretta i benefici derivanti dallo sfruttamento dell’energia eolica, e dall’altro accompagnare l’inserimento delle infrastrutture nel territorio con un insieme di soluzioni indirizzate ai diversi aspetti del problema (tecnico, culturale-sociale, economico-produttivo, istituzionale), che siano integrate e coordinate rispetto alla questione fondamentale, che è la compatibilità dell’infrastruttura con l’ambiente ed il territorio interessati . Occorre a tale fine alimentare  la più ampia riflessione pubblica,  secondo un modello di democrazia partecipativa, sulle ragioni umanistiche che spingono a promuovere tali iniziative di business. Solo inserendo tali iniziative in un orizzonte teso a superare la illogicità e l’utopia di una crescita per sempre indirizzandoci verso una etica della  responsabilità e di attenzione agli equilibri (ambientali, sociali, relazionali, ecc…),” la sostenibilità”, si potranno conseguire i più alti obiettivi di ridare dignità e valore alla persona umana e alle sue relazioni così profondamente mortificata dall’ attuale contesto organizzativo della vita socio-economica.

 

In riguardo a tali esigenze sarebbe forse opportuna una politica maggiormente dedicata per le fonti rinnovabili che permettesse il consolidamento di un quadro generale di indirizzo e sostegno a tali fonti, sia dal punto di vista economico che dal un punto di vista tecnico-regolamentare, in quanto, in assenza di un indirizzo specifico e distinto, non è facile per i promotori individuare e rapportarsi agli interlocutori adeguati (in parte diversi rispetto al caso delle energie tradizionali) in modo da far loro percepire in maniera corretta, convincendoli a valorizzarle, le caratteristiche che rendono le fonti rinnovabili vantaggiose in particolari contesti (possibilità di soddisfare domande locali contenute garantendo una maggior autonomia energetica e un minor impatto ambientale, possibilità di sostenere l’occupazione locale).

Per quanto riguarda invece specificamente il  conflitto tra l’introduzione (od il potenziamento) delle infrastrutture e la tutela degli interessi coinvolti (esercitata dalle diverse istituzioni preposte), è opportuno promuovere interventi (nelle attività di programmazione dei progetti da parte dei promotori, pianificazione territoriale da parte delle istituzioni, concertazione e certificazione delle modalità e delle tecniche di valutazione e mitigazione degli effetti, strutturazione di tutte le informazioni necessarie al corretto svolgimento delle suddette attività) che possano contribuire a determinare un processo chiaro, certo, omogeneo ed aperto ai diversi soggetti, attraverso cui la compatibilità possa venire valutata ed una decisione conseguente sia presa nella sicurezza di aver considerato correttamente tutte le esigenze in gioco.  (cfr.M.Alberti)

 

Contenuti del concetto di Sviluppo Sostenibile

L’idea di sviluppo sostenibile è "uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni".

Complicata e complessa, è l’individuazione delle condizioni, dei parametri e dei vincoli che in concreto devono essere considerati nell’accertare la “sostenibilità” di un sistema.

Centrale è oggi anche indiduare strategie di indipendenza e autonomia energetica in micro e macro aree geopolitiche sia nelle fonti energetiche tradizionali che in quelle alternative.

In conclusione a parere dello scrivente va vagliata, in un contesto dinamico di flessibilità ed integrazione, ogni proposta ecocompatibile che riguardi le fonti rinnovabili, tenendo conto anche dei rapporti di partenariato che abbiamo con il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise a cui verra donato una opera in grano della La Festa del Grano di Sant’Anna, inserita tra le tradizioni di maggior rilievo della Regione Molise. In alternativa va considerato anche il minieolico, dove la produzione di energia elettrica dal vento viene realizzata attraverso aerogeneratori di altezza e potenza parecchio ridotte, in grado di servire utenze diffuse (aziende agricole, imprese artigianali, utenze domestiche, ecc.) e risultare integrati in paesaggi agricoli. In Italia questo modello eolico diffuso sta compiendo oggi i primi passi, ma ha importanti potenzialità proprio per le caratteristiche del territorio italiano e del vento presenti. Questa tecnologia, anche in sinergia con il fotovoltaico, consentirebbe di praticare uno scambio alla pari tra energia prodotta e riversata in rete e energia attinta dalla rete in momenti di scarsa produttività del proprio impianto.

Cosi come prospettato attualmente, il progetto eolico a Jelsi ha un alto livello di incompatibilità, con i progetti di Parco della Civiltà Contadina e dell’Ecomuseo del Grano promossi e adottati da questa e da altre associazioni Jelsesi.

 

Ringrazio per i pareri e i suggerimenti Michela Izzo, Nicola e Tiziana Di Vico

 

Antonio Maiorano