Piergiorgio Acquistapace, autorevole esponente del Movimento Pacifista molisano, sempre in prima linea per le battaglie civili, ambientali e sociali scrisse, qualche tempo prima della Sua scomparsa, una forte testimonianza in difesa dei tratturi. Riteniamo che il suo intervento anche se postumo sia un utile contributo al dibattito acceso dall'articolo di Pierluigi Giorgio sullo stato comatoso dei Tratturi e sulla carenza di investimenti culturali e turistici di una delle maggiori risorse ambientali italiane di straordinaria rilevanza per lo sviluppo del Molise.

La scomparsa dei tratturi

 Sono un confinante del tratturo Castel di Sangro-Lucera in agro di Castropignano, credo uno dei pochissimi (fessi?) che non ha recintato la propria area in concessione antistante l’abitazione principale, nel pieno rispetto delle autorizzazioni. Ho sempre permesso alle mandrie e alle greggi in transito di calpestare il giardino che ho ricavato come accesso a casa, ho potuto anche scambiare con i transumanti assistenza per la notte in cambio di gustosissimi prodotti caseari. Ho cercato di investire in un’abitazione il più possibile ecologica.

Leggo che anche per il demanio dei tratturi, come per quello delle dune di Campomarino, è prevalsa la logica della legalizzazione degli abusi: prima speculiamo e deturpiamo, e nessuno interviene, anzi a volte si autorizza, poi sdemanializziamo le aree compromesse; aprendo la corsa a nuovi abusi. Purtroppo una legge regionale contraddittoria lo consente: dice di voler salvaguardare ma consente l’alienazione delle zone compromesse, a prezzi tra l’altro irrisori, Con buona pace dei progetti di valorizzazione turistica, del parco dei tratturi che doveva collegare il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise al costituendo (costituito) Parco del Gargano, della salvaguardia di un patrimonio storico e ambientale millenario e irripetibile. Con il silenzio della Sovrintendenza ai B.A.A.S, l’evidente impotenza della Forestale e l’approvazione non solo di quanti si sono occupati di ambiente da 20 anni a questa parte (quasi tutti di centro destra anche quando stavano nel centro sinistra) ma anche del direttore regionale dei beni culturali e di molti sindaci a quanto pare insensibili e con un concetto di investimento un po’ troppo ristretto. Ci sono anche investitori che “si ostinano” ad allevare greggi di pecore e mandrie di mucche, alcuni ancora fanno la transumanza incontrando non pochi ostacoli e difficoltà grazie ad un concetto di sviluppo distorto, contraddittorio e a senso unico: contano i traffici di autoveicoli, le strade e le superstrade per consumare sempre più petrolio e più cemento, non conta chi si sforza di mantenere un’economia modernizzata sì, ma che conserva il giusto e salutare rapporto con un ambiente pulito, per prodotti alimentari di alta qualità e valore nutritivo. Purtroppo, questi investitori trovano tratturi sempre meno praticabili per gli animali a causa delle piante infestanti, i rifiuti abbandonati, gli sconfinamenti con piantagioni arboree (proibite dalle leggi) e meno percorribili, per l’incuria delle amministrazioni pubbliche di ogni colore politico. La grande “valorizzazione turistica” finora effettuata che io ricordi è opera di due giunte provinciali ex di centro sinistra, di cui una (quella di Chieffo) passata al centro destra, e dell’ex assessore all’agricoltura Di Bartolomeo, anch’egli transumante pendolare, attualmente a destra: 9 miliardi delle vecchie lire per una grande collezione di cartelli indicatori di tratturi i cui confini non si riconoscono più; il restauro di qualche casolare diroccato lungo il percorso, poi di nuovo abbandonato e quindi già in decadenza; i “sentieri” (come li chiama un giornalista poco informato: i tratturi erano fasce di terreno erboso larghi 111 metri; sentieri e strade sono stati fatti dopo), i sentieri sono ora percorsi, manco a dirlo, non solo dai frontisti, che ne avrebbero il sacrosanto diritto purché rispettino le regole, ma da dannosissime corse di fuoristrada e moto da cross. Qualche volta anche da appassionati di trekking, per lo più di altre regioni.

Eppure una scelta coraggiosa sarebbe possibile; andate a vedere la meritoria opera della Comunità Montana dell’Alto Tammaro appena al di là del confine con la provincia di Benevento: quelli sì che dimostrano di sentirsi Sanniti! E i sanniti molisani esistono ancora? O sono capaci solo di belle e inutili parole? E i tanti progetti di educazione ambientale, sempre diretti alle scuole, non sarebbe meglio applicarli agli amministratori? Come credete che reagiscano i ragazzi che vedono solo incoerenza tra le teorie e la pratica?

Ambientalisti, se ci siete, uscite fuori. Non posso comprarmi tutto il tratturo per salvaguardarlo.

 

Piergiorgio Acquistapace, Castropignano