Ha risvegliato interessi sopiti e riaperto il dibattito sulla Battaglia di Canne il convegno che si è svolto a S. Elia a Pianisi.

 

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La conferenza ha visto come relatore il professore Fratangelo, convinto assertore delle teorie, sempre più comprovate da testimonianze attendibili,  sugli eventi bellici accaduti nei borghi della “costellazione punica” fortorina.

La conferenza ha potuto contare anche sulla partecipazione della professoressa Laurelli, che da venti anni porta avanti un approfondito studio sulla vicenda storica che vuole, anche lei, combattuta sul Fortore; valido il contributo di molti esperti e studiosi, di  cultori di storia provenienti da varie parti della regione, in particolare dai comuni fortorini. Presente anche l’assessore alla Programmazione Gianfranco Vitagliano, il dirigente scolastico Giovanna Fandetti, il consigliere regionale Petraroia, i rappresentanti della Comunità Montana del Fortore, e molti sindaci dei comuni limitrofi, tra cui Celenza e Carlantino. Un vasto pubblico ha affollato la sala convegni e ha seguito con attenzione per circa tre ore la conferenza che si è rivelata interessante anche per gli alunni dell’Istituto Comprensivo, che nei prossimi giorni avvieranno lavori di gruppo sulla sanguinosa battaglia conclusasi con la disastrosa disfatta dell’esercito romano, oggetto ancora oggi di studio.

Proprio ai ragazzi sono stati lanciati significativi messaggi perché si avvicinino allo studio sempre con passione, approfondiscano con interesse la storia della propria terra, andandone a scoprire cultura, tradizioni e consuetudini per conservarle gelosamente come importanti pagine del passato.

L’esigenza di favorire una cultura del nostro territorio è stata sottolineata anche dall’assessore regionale alla Programmazione, Gianfranco Vitagliano che ha aggiunto: “Impariamo ad apprezzare il Molise come  chi viene da fuori e rimane affascinato da questa piccola regione. Occorre rilanciare le nostre aree ma valorizzandone le tipicità e le peculiarità, attivando le nostra capacità di ripresa con determinazione. Senza piangerci addosso. La mia concreta attenzione verso quest’area mi ha portato ad essere fautore di scelte incisive per un rilancio della zona”.

Cospicui i finanziamenti destinati, come mai in passato, allo sviluppo turistico della zona circostante il Lago di Occhito mediante la sottoscrizione di un Accordo di Programma, per lo svolgimento di un’azione integrata e coordinata  sul territorio tra gli Enti pubblici competenti, a cui saranno indirizzate altre ingenti risorse.

Il consigliere Petraroia ha speso parole di elogio e di apprezzamento per l’associazione planisina “Società e Territorio” e per le finalità che intende perseguire in vista di una rivalutazione dell’intera area che investa l’ambito sociale, culturale ed economico.

A presentare l’iniziativa il presidente della neo associazione, Maria Saveria Reale, che ha spiegato come la conferenza si inserisce nell’ambito di un programma di più ampio respiro che si svilupperà in futuro.

Il convegno è entrato nel vivo con la relazione del professor Fratangelo, autore di numerosi testi riguardanti uno dei più cruenti conflitti dell’antichità, che secondo la storiografia ufficiale avvenne a Canne sulle sponde del fiume Ofanto, di prima mattina con il sole nascente. Nell’antico Sannio, secondo Fratangelo - non c’è niente di greco, perfino il latino è lingua superficiale di “ad strato” e il volgare è una conquista locale, in concomitanza col volgare nazionale.

 Per la platea in sala è stato interessante verificare come le tesi supportate dagli studiosi molisani, Fratangelo e Laurelli convergano su una unica verità: la battaglia si svolse nel Fortore.   

Concetto sottolineato dal preside Pardo Spina di Larino che ha lanciato l’idea di creare gruppi di lavoro che portino avanti i risultati di questi studi.

Tra gli interventi singolari quello del parroco Padre Timoteo che ha fatto trasparire, invece, le sue perplessità sulle tesi ed ipotesi della battaglia di Canne nel territorio fortorino, aggiungendo che ci sono ancora molte cose da chiarire a riguardo. “Secondo l’argomentazione di alcuni studiosi diffusa 30 anni fa, ad esempio, il conflitto si svolge in una località tra Volturino e Lucera. Teoria accettabile dal punto di vista orografico.”

Nel suo interessante intervento Geppino Ciccaglione, uno dei promotori dell’iniziativa, ha spiegato le motivazioni alla base di questo convegno. Iniziativa che può dare l’input anche ad altre proposte di un certo livello, come l’avvio di scavi sul territorio, per comprendere meglio la nostra storia. “Un motivo di richiamo per i visitatori che non possono venire in Molise solo per respirare aria buona. Potrebbero fermarsi anche in Abruzzo per questo!”. Gennaro Ciccaglione, presidente dell’Associazione Nazionale Sottoufficiali, ha espresso soddisfazione per la trattazione di una vicenda che va risvegliata e che desta sempre ampio interesse, non solo negli adulti ma anche nei ragazzi.

Bilancio positivo per l’associazione “Società e Territorio” planisina che con questa particolare iniziativa ha potuto offrire il proprio contribuito per risvegliare interessi sopiti su questa vicenda storica che appartiene anche al Fortore e nel contempo ha colto l’occasione per far conoscere le  finalità dell’organizzazione impegnata a favorire lo sviluppo economico-sociale e la crescita culturale dell’area, puntando soprattutto al rilancio delle sue piccole e medie realtà comunali, contraddistinte da diversità di tradizioni e storia.

 INTERVENTO DEL PROFESSORE

Tesi contestata dall’appassionato storico molisano che a sostegno della sua argomentazioni ha affermato: “I dubbi sulla discorde localizzazione della battaglia sono sempre esistiti e possono essere rappresentati dalla risposta del Ministero della Pubblica Istruzione, quando  nel lontano 1964, rispondendo ad una interrogazione parlamentare, precisava che, alla luce degli studi fino ad allora fatti, non era in grado né di confermare né di rigettare la tesi di Canne sull’Ofanto come luogo della battaglia di Annibale”.

Altra contraddizione storica del luogo di Canne evidenziata dal professor Fratangelo riguarda il riferimento a quanto scritto da Appiano Alessandrino negli Annales XX.  “Dov’ è il monte quodam arbori bus vestitu et crebris convalli bus dirupo, dove Annibale “equites cum expedit militi bus in insidiis locat (monte rivestito di alberi e frammentato di frequenti valli dove Annibale dispone in agguato cavalieri e fanti) ?

Ed ancora : “Come fa il sole, che sorge dal mare nelle piatte spiagge di tutta la zona che va da Siponto a Bari, a non danneggiare i due eserciti schierati in battaglia, come scrive lo storico romano Polibio? Essendo la formazione romana rivolta a sud e quella cartaginese verso nord per cui a nessuno dei due poteva dare fastidio il sorgere del sole, quando tra Canne ed il mare non c’era neanche una piccola collina?”.

A comprovare le tesi dello studioso di Castellino sul Biferno,  convinto assertore delle teorie, sempre comprovate da testimonianze attendibili, sugli eventi bellici accaduti proprio nei borghi della “costellazione punica” fortorina, una serie di parole usate correntemente nella lingua parlata e di sicura derivazione fenicia.  

Impegnato ormai da anni a riportare alla luce l’eredità culturale, soprattutto linguistica e toponomastica, lasciata 2200 anni fa tra il 217 e il 212 a. c., nel Molise e nella valle del Fortore da Annibale alle popolazioni di questi luoghi. “Finalmente – asserisce lo scrittore – siamo in grado di rimediare ad un colossale errore storico ed archeologico e dis-velare il vero luogo di Canne, sul Fortore, sulla base del reintrego delle fonti storiche, delle testimonianze mute ma significative dell’archeologia, della toponomastica solidale al luogo della battaglia”. I testi di riferimento, oltre Livio e Polibio, sono quelli di Hoftijzer e Orel-Stolbova. Fratangelo afferma che: “La fedeltà al quadro storico di Livio e Polibio rimane nello sfondo, ma anche in loro ci sono luci e ombre, il motivo per il quale ho attinto da altre fonti come l’eredità della lingua, la cultura, la civiltà, la religione, l’arte, i mestieri antichi delle “puteke”, ma anche della cucina, delle tradizioni, soprattutto la prima espressione dell’identità di un popolo. Da qui la parlata sdreus’ (Sdrh-sa/parlata della truppa), l’eredità più grande lasciata da Annibale alle popolazioni stanziate tra il Fortore, il Biferno e il Trigno.

L’autore nei suoi testi riporta spesso accanto ai nomi antichi tra parentesi l’interfaccia fenico-punico di riferimento o quello delle parlate nordafricane degli uomini al seguito di Annibale. Da qui Canne di derivazione fenicia qyn/grotte e Fortore da Fer-tur/For-tur, fiume.

 INTERVENTO PROFESSORESSA LAURELLI

Sostenitrice delle argomentazioni a favore della Battaglia di Canne sul Fortore anche la professoressa Elisa Laurelli che nel suo intervento ha illustrato per sommi capi l’indagine storico-filologica condotta su questa vicenda facendo ricorso alla “Tabula di Peutinger . La configurazione  che ne è scaturita si discosta radicalmente dagli schemi tradizionali. Le graduali scoperte che esulavano dalle precedenti conoscenze della cultura ufficiale, hanno richiesto una complessa elaborazione di riesame dei dati motivanti nel contesto delle fonti e di molteplici verifiche sulle carte dell’IGM e con visite ai luoghi, mediante indagine filologica e la ricerca di rinvenimenti archeologici nelle zone interessate al fine di una singolare lettura della Tabula.