ASSOCIAZIONE  SOCIALE E CULTURALE

“GIUSEPPE  TEDESCHI”

 

OGGETTO:L’Associazione “Giuseppe Tedeschi” ricorda Josè Tedeschi a 32 anni dalla morte.

 Sabato 02 Febbraio 2008 nella Chiesa Madre di Jelsi è stata celebrata una messa in ricordo di Padre Giuseppe Tedeschi in occasione dell’anniversario della morte avvenuta nel 1976 a Buenos Aires.

Nell’occasione è stata ricordata la figura di Giuseppe Tedeschi, il sacerdote molisano di origine jelsese assassinato dagli squadroni della morte in Argentina il 2 febbraio 1976. Giuseppe Tedeschi nacque a Jelsi il 3 marzo 1934 e nel 1950, sedicenne, partì con la madre Maria Grazia Passarelli e quattro fratelli, minori di lui: Enea Antonio, Renzo, Americo Michele e Filippo, di meno di un anno, per raggiungere il Luigi, emigrato un anno prima in l’Argentina. Nel 1954, la famiglia Tedeschi si spostò ad Avellaneda.

Dopo aver sentito la vocazione sacerdotale frequentando l’oratorio dei salesiani nel ’67 fu consacrato sacerdote, nella Chiesa salesiana di Maria Ausiliatrice di Bernal. Fin dai primi mesi rivolse la sua azione verso gli emarginati, verso i baraccati ammucchiati sulla riva del fiume. Dopo una parentesi a Mar del Plata, ritornò in una delle zone più degradate della grande Buenos Aires, nel quartiere Don Bosco di Guilmes. A contatto con tanta sofferenza sociale e con tanta disperazione umana, egli si convinse che il suo apostolato non poteva essere vissuto parzialmente, con mezze misure, ma richiedeva una scelta completa, una dedizione estrema. Il vivere tra i baraccati come semplice sacerdote, dove per sostenersi lavorava da mobiliere, il suo primo mestiere.

“Queremos agua”, domandiamo l’acqua, gridava in corteo insieme a migliaia di persone alle autorità di Buenos Aires nell’autunno del ’75, i suoi diecimila baraccati avevano solo 18 rubinetti; “queremos agua” cioè almeno altri 40 rubinetti. I rubinetti non arrivarono mai, arrivarono invece le canne dei fucili per sequestrarlo, ma non si arrese, minacciarono allora di uccidere una donna india, Juana, che era in attesa di un bimbo. Juana raccontò che quando il capo del commando paramilitare gli premette sulla tempia il mitra lei chiuse gli occhi e sentì Giuseppe che diceva: “Lei no, no questo no, prendete me”. Alcuni giorni dopo, nella primavera del ’76, barbaramente assassinato, sfigurato dalle torture, i colpi e le pallottole venne trovato a La Plata.

Sabato 02 Febbraio, anniversario della sua morte e giorno in cui la Chiesa cristiana celebra la Festa della Candelora, Padre Tedeschi è stato ricordato come testimone di luce, apostolo delle genti e martire dei poveri e dei disadattati.

 Campobasso, 03 Febbraio 2008  

                                                                        P/l’Associazione G.Tedeschi

                                                           Laura D’AMICO          Chiara  D’AMICO