Intervista di Rebecca Papa a  Maria Antonia Santella –Biblista –Collaboratrice di Jose Tedeschi

 

1.-  Lei lo ha conosciuto, che tipo era José Tedeschi?

 

            Per descrivere José dovremmo pensare a un grande sole che scalda la vita dei più indifesi e li spinge ad essere comunità perché possano lottare per la giustizia e quindi per la VERA VITA (Gv. 10, 10).

Un uomo pieno di allegria; un allegria incarnata nella vita del popolo impoverito che genera speranza concreta, speranza che è costruzione di un mondo giusto, equo e pieno di tenerezza. Questi tre aggettivi lo definiscono pienamente perché non cercò mai di occupare i primi posti se non per svegliare la coscienza di coloro che non hanno avuto posto, cittadinanza nella società.

La sua intelligenza, capacità, formazione lo facevano pienamente sensibile al punto di poter capire dove puntavano i poteri di turno (di tutti i tipi) che tramavano tanta morte in quegli anni di utopie e di tanto sangue versato.

Con la sua vita offerta ha dato piena testimonianza opponendosi a quelle trame e in tutto ciò è vivo ancora oggi, in tutti quelli che crediamo “che si Può e si DEVE” cercare alternative di Vita in mezzo alla morte.

 

2.-  Qual ‘era la sua Missione?

 

            In principio la missione era quella di un normale sacerdote, ma nel percorso della sua esistenza, nei diversi posti dove svolse la sua azione pastorale si coinvolse sempre di più in questo mistero di optare per i poveri di “Villa Itatì” (Baraccopoli di 10.000 abitanti in periferia di Buenos  Aires).

            José cominciò ad occuparsi della dignità dei bambini, dei giovani, delle donne e degli uomini.  Attraverso una piscina curava con un gruppo di medici la salute dei bambini e dei giovani.  Le donne potevano occuparsi  della loro gravidanza seguite da un gruppo di medici.  Nella baraccopoli di Itatì costruì una sala di primo soccorso a servizio di tutti.

            Nella Baraccopoli portò l ‘acqua, la luce, i marciapiedi.  Josè voleva dare anche una dimora dignitosa ai suoi “villeros” e per questo coinvolse il governo provinciale.  Costituì pure una Cooperativa di Consumo cha fù preziosa nei momenti di penuria di prodotti alimentari; ed e proprio presso il baraccone della cooperativa che fù sequestrato.

            Missione significa commuoversi e avere misericordia, dare la vita per quelli che “non hanno vita”, perché gli è stata sottratta la dignità.

            Non dimentichiamo che dare significa riceverei più.  Lui si fece baraccato in tutto come loro “crocifisso con i poveri”.

 

3.-  Come è avvenuta la cattura e come è stato ucciso José?

 

            Come ho detto prima José venne sequestrato presso la Cooperativa di Consumo da forze paramilitari che lo tramortirono e lo caricarono su una Torino bianca.  Mai più abbiamo visto José.  I fratelli lo cercarono incessantemente in ogni posto senza alcun risultato.  Nessuno forniva informazioni, ne le istituzioni, ne le persone.  Ai fratelli rimase solo di cercare tra i morti non identificati, numerosi in quei tempi.  Solo dopo tanti giorni un corpo non identificato e non riconosciuto dai famigliari risultò essere quello di José.

            José fu oggetto di abominevoli torture e brutalmente assassinato, perche fù testimone della sua fede incarnata fino all’ ultimo alito di vita.

 

4.-  Che vi ha lasciato José?

 

            Credo che l’eredità più forte che José ci trasmette riguarda i valori di base della nostra fede.

            I principi non si negoziano, non hanno un prezzo, non sono prodotti di mercato.

            L’altro, soprattutto il più umile, è persona a immagine e somiglianza di Dio; questo implica un cambiamento di mentalità e pertanto anche di prassi.

            Questa scelta ci ha portato a lasciare privilegi e sicurezze che sono in contrasto con il Progetto di Dio.  Così rifiutiamo di entrare nella perversità del sistema e tentiamo di creare relazioni interpersonali di fraternità che inneschino trasformazioni economiche, sociali, politiche, ideologiche che portino ad un mondo più giusto.

            Per noi José è una luce accesa che ci ricorda che il “Regno” è possibile.