Serata con il regista Pierluigi GIORGIO
Campobasso, venerdì 14 dicembre 2007
Sala Teatro Dopolavoro Ferroviario, ore
18.00
Organizzato dall’Associazione DLF Campobasso |
|
|
Pierluigi GIORGIO nasce a
Campobasso nel 1948, si è diplomato come attore alla Scuola d’Arte
Drammatica del piccolo teatro di Milano, nel 1971.
Come attore teatrale e televisivo ha interpretato la parte del
presidente Sandro Pertini ed è stato attore protagonista ne “Il caso
Notarbartolo”.
Da qualche anno si è interessato, come regista, fotografo e giornalista,
alle tematiche delle tradizioni popolari e dell’ambiente, realizzando
articoli e servizi su itinerari particolari e insoliti. Da queste
esperienze ha tratto stimoli e suggestioni per realizzare, per la RAI,
film-documentario in giro per l’Italia, portando spesso in scena
un carro trainato da un cavallo come simbolico mezzo di trasporto e
contenitore di ciò che si raccoglie per via: leggende, aneddoti,
suggestioni.
Negli ultimi anni, anche come narratore, ha focalizzato l’attenzione
sulla raccolta delle storie e sulla “quasi scomparsa” tradizione orale e
tecnica narrativa, frequentando indiani d’America e narratori irlandesi.
Tutto ciò è premiato da alti “share” di ascolto e da riconoscimenti a
Festival internazionali: Tre primi premi in un anno e mezzo, tra cui
quello ricevuto per “Il Ceppo di Natale”, girato interamente in Molise.
Narratore ambulante e cittadino del Mondo, ritorna di continuo nella sua
terra per “rimescolarsi alle radici”. |
OPERE |
In sintesi la sua attività e le sue opere:
-
1986
La camminata provocatoria per la salvaguardia dei tratturi: 250 Km
sulle vie d’erba del Molise;
-
1989
Gira il film “Mal di Tratturo” e poi “La lunga via verde” per la
trasmissione di
RaiTre Geo & geo (dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00,
l’appuntamento in diretta con la natura, i popoli, la scienza, gli
animali).
-
1990
E’ sulle Mainarde. Con mostre ed articoli riporta l’attenzione sulla
figura del pittore francese eremita Charles Moulin. Ne fa
ricostruire il rifugio su Monte Marrone. Gira “Il Canto della
Montagna Rosa” e per Geo & geo “Tutta la luce delle Mainarde”;
-
1993
Realizza “Il Rito dell’Uomo-Cervo”. Crea un ponte tra le maschere
molisane con le maschere sarde a Samungheo (OR);
-
1996
Realizza il documentario “Il Narratore Ambulante”;
-
2005-2006-2007
Gira il film “Il Ceppo di natale” sulle tradizioni molisane e vince
il premio del pubblico al Festival Internazionale del Cinema
Naturalistico ed Ambientale, in Abruzzo;
Numerosi sono i documentari realizzati per la trasmissione Geo & geo,
tra cui:”Trecce di Sole” sulla festa del grano a Jelsi, ”Il Volo”
sui Misteri di Campobasso e “Il Canto” sulla processione del Venerdì
santo a Campobasso.
|
IL CEPPO DI NATALE |
Il Molise, la sua anima profonda e i culti ignei di
Jelsi, Agnone e Oratino, raccontato dal regista RAI Geo & geo Pierluigi Giorgio nel
documentario “Il Ceppo di Natale”,
realizzato con il supporto tecnico del Gruppo KEREM ENG di Casacalenda,
vince nel 2006 il premio del pubblico nel prestigioso
Festival
Internazionale del Cinema Naturalistico ed Ambientale che si
svolge, con una formula itinerante, sul territorio del Parco nazionale
Gran Sasso-Monti della Laga in Abruzzo.
Accompagnato dal suono antico delle zampogne di Castelnuovo al Volturno
e di San Polo “che si portano dietro l’odore di vento e di neve” il
racconto di Pierluigi Giorgio entra nelle case di Jelsi e con semplicità
focalizza l’attenzione sulla tradizione del “ceppo”, il grande tronco di
quercia che arde nel focolare durante il periodo natalizio, onorato con
spruzzi di vino e con il primo boccone di ogni pasto.
Lo sguardo si allarga poi ad altre tradizioni legate al fuoco, come la “Faglia
di canne” di Oratino, che per altezza
sfida le torri campanarie, la “N’Docciata” di
Agnone,
la
“maitunata” di Pietracatella,
dove ad essere di fuoco sono le lingue dei cantastorie.
“Sono forse i molisani - si chiede Pierluigi Giorgio - tra
ultimi depositari di antichissimi riti ignei? Non mi importa poi molto
saperlo, perché quello che mi interessa non è la ricerca etnologica, ma
ripercorrere strade che mi riconducono al mio Molise, ai miei ricordi di
infanzia, a ciò che mi consente di trovare un riferimento ed un sostegno
in questo squinternato presente”. |
COLOMBIA ES PASION |
Premiato nel 2006 anche un altro documentario di Pierluigi Giorgio, “Colombia
es pasion” che nel paese sudamericano ha già riscosso uno straordinario
successo ed è la punta di diamante delle campagne governative di
promozione turistica.
Un paradosso perché Colombia es pasion è tutto tranne che un
documentario nato per finalità promozionale, non ne possiede il ritmo,
la cifra stilistica, non tocca le classiche mete. Afferma anzi l’autore
“Ho dovuto lottare non poco per essere libero di andare dove volevo
io, essere libero di non intervistare ministri, proprietari di alberghi
e centri benessere. Volevo, anzi dovevo raccontare girovagando a caso,
senza avere in tasca una guida turistica, decidendo giorno dopo giorno
il cammino”. Solo così è stato possibile fare esperienza della “Colombia
dalle mille facce, dai cento mondi dai tanti perché” in cui, recita
lo splendido testo che Giorgio ha scritto l’ultima notte in Colombia
dondolato da un chinchorro “ho avuto la fortuna di ricevere
tanto da chi non ha niente e nello specchio in cui mi sono riflesso, i
loro occhi, ho ritrovato anche il mio sorriso”.
Il documentario attraversa le spiagge incantate del
Tayrona,
i filari infiniti del caffè di
Quindio,
le foreste amazzoniche e le nevi perenni del
Nevados,
le pieghe assolate dei deserti del
Guajira,
villaggi sull’acqua, le Venezie dei poveri, incontrando di volta in
volta la gioia dei bimbi che hanno meno di niente, la disperazione di
uomini che attendono sui selciati dei marciapiedi di indifferenza, e
ancora sciamani, uomini-tarzan, comunità di donne e arcane tribù indios
che si sentono custodi della foresta e dunque dell’intero pianeta. “Colombia
es pasion”
non è come detto un documentario di promozione turistica, ma è comunque
molto utile ad un turista, insegnando in primo luogo a viaggiare.
Insegna che un forestiero, in questo caso molisano, può raccontare un
paese straniero meglio di chi da sempre in quel paese vive.
![Pierluigi Giorgio](pierluigi_file/image002.jpg)
|